top of page

Blog

Aggiornamento: 15 mar 2019


Dal 7 al 14 settembre la Parrocchia ha in programma un pellegrinaggio in Armenia, alla scoperta di una delle comunità cristiane più antiche del mondo. Molti sono i siti inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco.

Di seguito il programma in dettaglio.


07 settembre: Roma / Kiev / Yerevan

Raduno dei Sigg. ri Partecipanti alle ore 10:45 direttamente all’Aeroporto Leonardo da Vinci di Roma – Fiumicino e partenza alle ore 13:10 con volo Ukraine Airlines. Arrivo a Kiev alle ore 17:15 locali e proseguimento (cambio di aereo) alle ore 20:10 sempre con volo Ukraine. Arrivo all’aeroporto Zvartnoc Internazionale di Yerevan alle ore 00:55 e trasferimento in albergo per il pernottamento.


08 settembre: Tour per la città /Yerevan

Colazione. Da secoli Yerevan è famosa con il nome ‘‘città rosa’’, per il colore della pietra. Visita alla piazza della Repubblica, corso Mashtoc, Aram Khachatryan, Cascad. Pranzo in un ristorante locale. A seguire visita al museo dei manoscritti (Matenadaran), al museo di Storia e al memoriale del Genocidio Armeno (Tsitsernakaberd). Cena in ristorante tradizionale. Pernottamento a Yerevan.


09 settembre: Yerevan / Garni / Geghard / Sevan / Dilijan

Colazione. Partenza per Garni (a circa 30 km. da Yerevan) e visita di questo centro di cultura ellenistica e romana ed antica residenza dei reali armeni della Dinastia Arshakuni; si visiteranno il Tempio dedicato al Dio Sole, i resti della muraglia del terzo secolo a.C. e le Terme Romane. Proseguimento per il Monastero di Geghard (Patrimonio Mondiale Unesco) chiamato con il nome della lancia che trafisse il corpo di Cristo, ubicato in un profondo canyon molto spettacolare: per metà costruito dentro la roccia, risale, secondo la tradizione, al quarto secolo. A seguire visita a una casa locale per il pranzo dove si avrà l’opportunità di vedere e partecipare alla preparazione del pane armeno Lavash, inserito dal 2015 nella lista "Patrimoni orali e immateriali" dell'UNESCO. Partenza verso il lago Sevan, uno dei laghi più grandi del mondo; nella penisola di Sevan sono visitabili due monasteri del X secolo. Infine partenza e visita della città di Dilijan. Cena e pernottamento a Dilijan.


10 settembre: Dilijan / Sanahin / Haghpat / Yerevan

Colazione. Partenza per Alaverdi. Durante il tragitto sosta nel villaggio dei molocani. Visita a due monumenti esclusivi dell’architettura armena del X e XIV secolo: il convento di Sanahin e il monastero di Haghpat (Patrimonio Mondiale dell'UNESCO). Letteralmente in armeno il nome Sanahin significa "questo è più vecchio di quello", il che probabilmente significa che questo villaggio possiede un monastero più antico del suo vicino, Haghpat. I due villaggi e i due monasteri sono molto simili fra loro, e dall'uno si può perfettamente vedere l'altro; entrambi sorgono su un altopiano dissestato, separati da una profonda crepa formata da un piccolo fiume che si getta nel fiume Debed. Pranzo in un ristorante locale. Il Monastero di Haghpat è stato uno dei più grandi centri religiosi, culturali ed educativi dell'Armenia medievale. Rientro a Yerevan. Cena nel ristorante tradizionale. Pernottamento.


11 settembre: Yerevan / Khor Virap / Areni / Noravank / Yerevan

Colazione. Giornata intera di escursione nel sud dell'Armenia; partenza per la regione di Ararat per visitare il Monastero di Khor Virap, famoso luogo di pellegrinaggio, visitato anche da Papa Giovanni Paolo II. Il Monastero sorge sul luogo di prigionia di San Gregorio l'Illuminatore a cui si deve la conversione dell'Armenia. Khor Virap significa "fosso profondo", qui vi fu incarcerato San Gregorio; dal Monastero arroccato sul colle si gode una splendida vista del biblico Monte Ararat. Pranzo in una casa locale. Si prosegue per Areni, famosa per il suo vino, per un assaggio presso una delle cantine della zona. Partenza per la regione di Vayots Dzor; attraversando un canyon di 8 km. di lunghezza si arriva al meraviglioso complesso monastico di Novarank (XII-XIII secolo) posto in una spettacolare posizione sull'orlo di un precipizio. Rientro e pernottamento a Yerevan.


12 settembre: Yerevan / Echmiadzin / Zvartnoc / Yerevan

Colazione. Partenza per Echmiadzin. Durante il viaggio sosta per visitare rovine della Cattedrale di Zvartnots (VII secolo, Patrimonio Mondiale dell'UNESCO). Nella città di Echmiadzin visita alla cattedrale (Patrimonio Mondiale dell'UNESCO), un posto davvero spirituale che mostra la particolarità della Chiesa Armena, tra le prime ad adottare il Cristianesimo come religione ufficiale. Oggi Echmiadzin è la Santa Sede del Catholicos, il cuore spirituale della Chiesa Apostolica Armena. Pranzo nell’associazione “La croce dell’unità Armena''. Rientro a Yerevan, visita alla fabbrica del brandy ‘‘Ararat’’. Cena nel ristorante locale.


13 settembre: Saghmosavank / Hovhanavank / Ushi / Amberd / Yerevan

Colazione. Partenza per Ashtarak. Visita agli splendidi monasteri di Saghmosavank e Hovhanavank. Pranzo in una casa locale dove avrete l’opportunità di partecipare alla preparazione della pasta armena ‘‘Arishta’’ e del dolce ‘‘Gata’’. Il tour continua verso la fortezza di Amberd (XI-XIII secolo). Rientro a Yerevan. Cena d’arrivederci. Pernottamento a Yerevan.


14 settembre: Yerevan / Kiev / Roma

Dopo la prima colazione tempo a disposizione per attività individuali. Trasferimento all’Aeroporto di Yerevan e partenza alle ore 15:30 con volo Ukraine Airlines (Linee Aeree Ucraine). Arrivo a Kiev alle ore 17:30 e proseguimento (cambio di aereo) alle ore 20:05 sempre con volo Ukraine Airlines. Arrivo all’Aeroporto Leonardo da Vinci di Roma – Fiumicino alle ore 22:00.


Quota di partecipazione: 1.230 euro a persona (830 euro per bambini sotto i 12 anni; supplemento singola di 200 euro).


La quota comprende:

- Viaggio aereo Roma / Kiev / Yerevan / Kiev / Roma – voli Ukraine Airlines (Linee Aeree Ucraine);

- Tasse aeroportuali e fuel surcharge (adeguamento carburante);

- Pensione completa dalla prima colazione dell’08 Settembre alla prima colazione del 14 Settembre 2019;

- Sistemazione in alberghi 4 stelle;

- Guida – accompagnatore per intero periodo;

- Trasferimenti, visite ed ingressi come da programma;

- Assistenza della nostra Agenzia locale;

- Borsa da viaggio con guida sull'Armenia;

- Assicurazione medico-bagaglio;

- Mance.


La quota non comprende:

- Facchinaggi; Bevande; Spese di carattere personale ed Extra in genere.


Importante

E’ necessario il passaporto individuale con validità di almeno 6 mesi dalla data di inizio del viaggio (cioè non dovrà scadere prima del 07 Marzo 2020).

Inviare fotocopia del documento un mese prima della partenza.


Per la prenotazione rivolgersi in segreteria.





Oggi, 2 febbraio, la chiesa celebra la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, popolarmente conosciuta come la Candelora.

A Venezia, nella chiesa quattrocentesca di San Sebastiano, è custodito uno dei più importanti cicli pittorici dell’artista Paolo Caliari, meglio conosciuto come il Veronese, che portò a termine l’opera artistica nell'arco di tutta la sua attività.


Voluto dal Priore veronese fra' Bernardo Torlioni, a cui spetta la concezione tematica dell'impresa intesa come allegoria del trionfo della fede sull'eresia, l'intervento del Veronese si articola in tre momenti: il primo ha inizio nel 1555 ed ha per tema la decorazione del soffitto della sacrestia con scene dell'Antico Testamento; segue la complessa decorazione del soffitto a cassettoni della chiesa ispirata al Libro di Ester, protrattasi fino al 1556; fra il 1558 e il 1559 il Veronese realizza il secondo intervento decorando con affreschi la parte superiore della navata centrale (Padri della Chiesa, Profeti, Sibille e personaggi biblici), il coro dei frati (episodi della Vita di San Sebastiano) e realizzando le portelle d'organo e il parapetto (Presentazione di Gesù al Tempio, Piscina Probatica e Natività). Infine, al periodo 1565-70, risale l'esecuzione della grande pala d'altare con la Madonna in gloria con San Sebastiano e altri santi e dei due teleri laterali del presbiterio raffiguranti i Santi Marco e Marcellino condotti al martirio e il Martirio di San Sebastiano.

La chiesa, vero mausoleo veronesiano, conserva anche le spoglie del maestro (a sinistra del presbiterio).


Le notizie storiche su San Sebastiano sono davvero poche, ma la diffusione del suo culto ha resistito ai secoli ed è tuttora molto vivo. Le fonti storiche certe sono: la Depositio martyrum, risalente al 354 e che lo ricorda al 20 gennaio, e il “Commento al salmo 118” di S. Ambrogio (340-397). Le poche notizie sono state poi ampliate e abbellite dalla successiva Passio, scritta probabilmente nel V secolo dal monaco Arnobio il Giovane.

Secondo Sant’Ambrogio, San Sebastiano era nato e cresciuto a Milano, da padre di Narbona (Francia) e da madre milanese, ed era stato educato alla fede cristiana. Si trasferì a Roma nel 270 e intraprese la carriera militare intorno al 283, fino a diventare tribuno della prima coorte della guardia imperiale a Roma, stimato per la sua lealtà e intelligenza dagli imperatori Massimiano e Diocleziano, che tuttavia non sospettavano fosse cristiano.


Grazie alla sua funzione, poteva aiutare con discrezione i cristiani incarcerati, curare la sepoltura dei martiri e riuscire a convertire militari e nobili della corte, dove era stato introdotto da Castulo, domestico della famiglia imperiale, che poi morì martire. Proprio quando, secondo la tradizione, aveva seppellito i santi martiri Claudio, Castorio, Sinforiano, Nicostrato (detti Quattro Coronati) sulla via Labicana, fu arrestato e portato da Massimiano a Diocleziano. Quest’ultimo, già infuriato per la voce secondo la quale nel palazzo imperiale si annidavano cristiani persino tra i pretoriani, apostrofò il tribuno: “Io ti ho sempre tenuto fra i maggiorenti del mio palazzo e tu hai operato nell’ombra contro di me, ingiuriando gli dei”.


Sebastiano fu condannato ad essere trafitto dalle frecce, legato ad un palo in una zona del colle Palatino chiamato ‘campus’. Creduto morto dai soldati, che lo avevano trafitto, fu lasciato lì in pasto agli animali selvatici; ma quando la nobile Irene, vedova del già citato S. Castulo, andò a recuperarne il corpo per dargli sepoltura, si accorse che il tribuno non era morto, perciò lo portò nella sua casa sul Palatino per curarlo.

Sebastiano riuscì miracolosamente a guarire e, nonostante il consiglio degli amici di fuggire da Roma, decise di proclamare la sua fede di nuovo davanti a Diocleziano e al suo associato Massimiano, mentre gli imperatori si recavano per le funzioni al tempio eretto da Elagabalo, in onore del Sole Invitto. Ascoltati i rimproveri di Sebastiano per la persecuzione contro i cristiani, Diocleziano ordinò che questa volta fosse flagellato a morte; l’esecuzione avvenne nel 304 ca. nell’ippodromo del Palatino, il corpo fu gettato nella Cloaca Massima, affinché i cristiani non potessero recuperarlo.


Il martire apparve in sogno alla matrona Lucina, indicandole il luogo dov’era approdato il cadavere e ordinandole di seppellirlo nel cimitero “ad Catacumbas” sulla via Appia. Fino a tutto il VI secolo i pellegrini che vi si recavano, attirati dalla ‘memoria’ dei SS. Pietro e Paolo custodita nella basilica costantiniana eretta in memoria dei due apostoli proprio sopra il cimitero, visitavano anche la tomba del martire, la cui figura era per questo diventata molto popolare. Quando nel 680 si attribuì alla sua intercessione la fine di una grave pestilenza a Roma, il martire S. Sebastiano venne eletto taumaturgo contro le epidemie e la chiesa cominciò ad essere chiamata “Basilica Sancti Sebastiani”. Per la sua opera di assistenza ai cristiani, fu proclamato da papa S. Caio “difensore della Chiesa”.


Il santo è venerato il 20 gennaio è considerato il terzo patrono di Roma, dopo i due Apostoli Pietro e Paolo.




bottom of page